Impugnare la decisione di licenziamento

diritto del lavoro – licenziamento

Avvocatessa Andreea Chelaru

Impugnare la decisione di licenziamento

La decisione di licenziamento può essere contestata entro 45 giorni se è illegittima o infondata. Preparare il ricorso corretto e le prove adeguate può fare la differenza tra perdere il lavoro e ottenere il reintegro con risarcimento.

Chi ritiene il licenziamento illecito deve depositare un ricorso in tribunale entro 45 giorni dalla comunicazione, esponendo i motivi per i quali la decisione non è valida.

Con il ricorso si chiede l’annullamento del licenziamento e il pagamento di un’indennità che copra gli stipendi arretrati rivalutati, eventuali compensazioni e altri diritti maturati dal momento in cui è stato licenziato fino all’effettivo pagamento.

Procedura di impugnazione

Se si vuole tornare in servizio, si può chiedere il reintegro nella posizione occupata prima del licenziamento. In alternativa, il contratto si estingue dalla data in cui la sentenza di annullamento diventa definitiva.

Qualora il licenziamento abbia causato un danno morale dimostrabile, è possibile richiedere un risarcimento aggiuntivo. Si possono inoltre ottenere le spese legali (onorari, testimoni, trasporti e altre necessità). Questi aspetti rientrano nell'ambito del diritto del lavoro e possono richiedere una rappresentanza legale specializzata nelle controversie di lavoro.

Contenuto del ricorso

Cosa deve contenere il ricorso

  • Dati del lavoratore: nome, indirizzo, codice fiscale, telefono, email e numero di conto per eventuali accrediti.
  • Dati del datore di lavoro: denominazione, sede, e se disponibile il numero di iscrizione al registro o il codice fiscale per le persone giuridiche.
  • Oggetto: annullamento del licenziamento, compensazioni, reintegro, danni morali, spese di giudizio.
  • Fatti e motivazioni giuridiche: tutte le ragioni per cui la decisione è illegittima o infondata.
  • Prove: documenti, interrogatori, testimoni ecc. (devono essere presentati nel ricorso, altrimenti si incorre nel preclusione), pur sapendo che l’onere della prova resta in capo al datore di lavoro nei rapporti di lavoro.

La sentenza del tribunale che accoglie o respinge il ricorso è immediatamente esecutiva e può essere fatta valere dalla parte favorevole sin dalla comunicazione.

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